Al Rifugio Bosio ci sono sempre stato in estate, e mai in inverno.
Per questo, quando Elia Negrini me la propone come meta per la prossima ciapolata, accolgo l'idea con entusiasmo, anche se un po' preoccupato per il dislivello che dovremo fare (circa 1000 metri).
Dopo il ritrovo in una bar di Chiesa Valmalenco, un po' in ritardo sulla tabella di marcia (causa traffico sulla SS36), con le auto ci spostiamo in località Dosselli (circa 1100 metri) e da qui partiamo per la giornata: in basso c'è poca neve ghiacciata e per i primi 150 metri di dislivello (in minima parte su strada, poi su sentiero a tratti ripido ma agevole) non calziamo le ciaspole, perché inutili.
Man mano che si sale, in un bel bosco misto di latifoglie miste a pino silvestre e pochi abeti rossi, la quantità di neve aumenta, tant'è che dopo circa 20 minuti decidiamo di ciaspolarci: la copertura nevosa è oramai pressoché continua e ci permette di procedere con passo regolare in un paesaggio sempre più imbiancato.
Oltrepassati e ignorati un paio di bivi per l'Alpe Pirlo e le vicine cave di talco (attive fino agli anni '70), dopo circa 1h 30' di cammino arriviamo alla magnifica conca delll'Alpe Lago (1600 metri circa), ancora parzialmente immersa nell'ombra e con gli alberi ricoperti di galaverna, fenomeno che ha donato un aspetto fortemente invernale al paesaggio, tanto da dare l'impressione di essere in un angolo di Lapponia!
Qualche minuto per scattare foto, tirare il fiato e rifocillarsi un poco e ripartiamo, determinati a raggiungere la nostra meta: il percorso, a tratti ripido ma mai difficoltoso, ci permette di guadagnare quota velocemente, mentre l'ultimo tratto, oramai fuori dal bosco e con vista mozzafiato sui Corni Bruciati, ci conduce agli ampi spazi dell'Alpe Airale e alla piana che ospita il Rifugio Bosio (2089 metri ).
Pausa pranzo al sole (temperature insolitamente miti per metà gennaio!) e breve dimostrazione/spiegazione di cos'è l'ARTVA e come si usa in abbinamento a sonda e pala.
Tempo ancora per qualche foto e poi iniziamo la discesa, ripercorrendo il tragitto dell'andata: impressionanti gli scorci paesaggistici sulle Orobie Valtellinesi, il Gruppo del Pizzo Scalino e il Gruppo del Bernina, dei quale riconosciamo le principali vette.
C'è ancora tempo e forza per discendere in neve fresca alcuni pendii ricoperti di brina di superficie.
Sono quasi le 17 quando arriviamo alle auto, accompagnati dalle luce dorata del tramonto che ancora illumina le alte vette, incorniciando quella che davvero è stata un giornata perfetta!
PS: ovviamente, abbiamo concluso con un gustoso terzo tempo in uno dei bar di Chiesa, chi davanti ad una birra, chi davanti ad una cioccolata o una fetta di torta!
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